Collezione Blotto Baldo

Le cinque opere donate dall'industriale biellese alla città nel 1952
LA STORIA DELLA COLLEZIONE

Sono in tutto cinque le opere che Bruno Blotto Baldo volle donare alla Città di Biella nel 1952, in occasione della riapertura del Museo dopo la sua inevitabile chiusura nel periodo bellico. A quell’epoca Bruno Blotto Baldo, industriale tessile biellese, rivestiva già da alcuni anni la carica di Sindaco di Biella e con il suo munifico gesto avrebbe voluto incoraggiare altri privati a seguire il suo esempio: forse non ottenne quanto avrebbe voluto, ma in quegli anni il Museo ricevette alcune donazioni anche da Ludovico Cartotti e dal gallerista Sergio Colongo.
Bruno Blotto Baldo fu un grande collezionista che privilegiò fino alla metà del secolo l’arte ottocentesca, convertendola poi in arte contemporanea.
Tra le opere donate al Museo: Testa di ragazzo (s.d) di Lorenzo Delleani, Raggio di sole (1890) di Giuseppe Pellizza Da Volpedo, una Marina (1940) di Carlo Carrà e il celebre dipinto di Emilio Longoni, Riflessioni di un affamato (1894), oltre alla scultura di Carmelo Cappello, Il ratto (1945).

Per approfondire, si rimanda alle schede delle opere pubblicate in. E. De Biasio, A. Montanera, Bruno Blotto Baldo e la Collezione del Museo del Territorio Biellese, Biella 2011.